Nuraghi

Nuraghi e resti nuragici

La civiltà nuragica, che ha inizio introno al 1.500 a.C., è nota sopratutto per le caratteristiche costruzioni, i nuraghi, da cui appunto prende nome. Il termine “nuraghe” ha il doppio significato di cumulo e di cavità. I nuraghi sono grandiose costruzioni ricavate con massi enormi sovrapposti a secco e tenuti insieme dal loro peso. Essi venivano generalmente costruiti sulla cima delle colline a difesa della valli e dei pascoli. Erano vere e proprie fortezze o abitazioni fortificate dei capi e delle loro famiglie, protetti da guarnigioni di soldati. Le popolazioni nuragiche conoscevano e lavoravano i metalli in particolare il bronzo. I nuragici erano pastori-guerrieri e vivevano in villaggi fatti di piccole capanne circolari di pietra, raggruppate presso i nuraghi. L’interno di ogni capanna era costituito da una sola camera: al centro stava il focolare, lungo le pareti erano ricavate delle panche per sedersi e delle nicchie per gli oggetti d’uso. Si dormiva stesi a terra su strame e pelli. La vita era estremamente semplice: gli uomini si dedicavano alla pastorizia, alla caccia; le donne tessevano, intrecciavano cesti e stuoie, preparavano i cibi. Tra gli oggetti ritrovati, il bronzo e il rame erano usati sopratutto per armi, accette, coltelli, mentre si faceva ancora impiego della pietra, dell’ossidiana, dell’osso e della ceramica.

I NURAGHI A SANT’ANTIOCO

I nuraghi attualmente riconoscibili nel territorio dell’isola di Sant’Antioco sono una trentina. Anch’essi, come tutti i nuraghi, avevano la funzione di controllare i terreni più fertili e ricchi di pascoli, come la valle di “Triga” e la piana di “Canai”, oppure fungevano da torri di avvistamento sulla costa. Da nuraghe a nuraghe si comunicava con i fuochi.
Il Nuraghe “S’ega de Marteddu” a Maladroxia, controllava il golfo di Palmas; il Nuraghe “Feminedda” si innalzava presso la “Fontana Canai”; il Nuraghe di “Grutt’acqua“, il Nuraghe di “Corongiu Murvonis” e il Nuraghe “Noccus”, nel centro dell’isola, hanno intorno tracce di villaggi nuragici. 11 più interessante è il villaggio di “Grut’acqua”: all’ingresso del villaggio stava un betilo; un robusto nuraghe era al centro; intorno erano disposte le capanne circolari di pietra, una della quali è ancora quasi intatta. Vicino ‘a questa capanna si trova un locale sotterraneo che forse era un deposito di provviste. Ci sono anche i resti di una cisterna scavata nella roccia che si pensa servisse per abbeverare il bestiame. A valle del nuraghe c’è una costruzione destinata al culto, un pozzo sacro, che raccoglieva e proteggeva le acque sorgive.

LA RELIGIONE IN ETA’ NURAGICA

Proseguì anche in età nuragica il culto per la Dea Madre e il Dio Padre che continuavano ad essere rappresentati da Betili e dalle corna stilizzate del toro. Esisteva anche il culto dell’acqua che era considerata un dono dato alla terra dalla Dea Madre. L’acqua sorgiva veniva talvolta raccolta in templi sotterranei a pozzo e ad essa si chiedeva la fertilità dei campi. Anche i morti erano oggetto di culto. Essi venivano sepolti nelle Tombe dei Giganti che avevano la forma della testa del toro. Davanti alla Tomba dei Giganti si svolgeva il rito dell’incubazione: chi aveva bisogno di consigli o di cure li riceveva nel sogno, dormendo nello spiazzo davanti alla tomba anche per parecchi giorni. Nell’isola di Sant’Antioco sono stati ritrovati un Tempio a Pozzo a “Grut’acqua”, una Tomba dei Giganti presso il Nuraghe Woccus” e un’altra Tomba dei Giganti nella zona “Sa corona ‘e su crabì”.

Mappa Nuraghi